Abolire il valore legale dei titoli di studio?

Ho grossi

dubbi e una relativa preoccupazione sull’abolizione del valore legale del titolo di studio…

Il messaggio che si fa passare, secondo me, è quello sbagliato.
Non è che cavando il valore legale delle lauree si aumenta la qualità degli studenti.
Il problema è che il 60% delle imprese in Italia assume per conoscenza e non per merito. Il problema è che siamo fra i paesi in Europa che investe meno sull’istruzione. Il problema è che spesso i pochi soldi investiti sono investiti male e a finanziare gli sprechi.
E si potrebbe andare avanti ancora a lungo.
Come si fa ad avere un’istruzione di qualità se troppo spesso ci sono baroni e raccomandati ad insegnare?
Inoltre l’Italia ha una percentuale bassissima di laureati, rispetto a Francia, Spagna e Germania. Se si vuole competere con i paesi in via di sviluppo bisogna investire nella ricerca, nell’innovazione e in un’istruzione di altissima qualità.
Non eliminare il valore legale dei titoli di studio.

3 pensieri su “Abolire il valore legale dei titoli di studio?

  1. Ciao Cavo! Premetto che sul tema non ho avuto ancora modo di informarmi per bene, però secondo me questo provvedimento non è del tutto sballato, perchè mira a valorizzare le reali competenze di una persona piuttosto che il pezzo di carta (diploma, laurea o sò bè me) che ha in mano. Se sei un laureato a pieni voti si presume che un minimo di competenza in materia tu ce l’abbia, e allora che problema c’è se un non laureato vuole provare come te ad accedere ad esempio a un incarico nella pubblica amministrazione? Forse per come l’hanno posto all’inizio il provvedimento era un pò drastico, ma già ora mi sembra qualcosa di ragionevole…

  2. Ciao Matto! Sarò abbastanza sintetico anche perchè piuttosto provato da una giornata di studio pre-esame!
    Premetto riportando alcuni dati che mi hanno toccato.
    17% dei ragazzi fra 24 e 34 anni è laureato in Italia (media paesi OCSE: 34%), di cui l’81,4% di studenti con genitori laureati, il 59,6% con genitore diplomati, il 41,8% con genitori con la licenza media, il 30,2% con genitori con la licenza elementare, dati OCSE.

    Guarda non sono del tutto convinto per diversi motivi. Ti spiego perchè.
    Il titolo di studio in Italia serve in tre situazioni principali:
    1. il proseguimento degli studi nel sistema scolastico o accademico nazionale
    2. l’ammissione ad esami di Stato finalizzati all’iscrizione ad albi, collegi ed ordini professionali
    3. la partecipazione a concorsi banditi dalla pubblica amministrazione e l’inquadramento in precisi profili funzionali lavorativi

    L’abolizione della validità legale del titolo di studio è più che altro problematico per il terzo punto. Con l’uso clientelare e nepotistico che troppo spesso viene fatto della P.A. temo che l’abolizione dei titoli di studio porti ad un aggravio di persone ancor più incompetenti in ruoli chiave (e quindi più retribuiti) proprio perchè, per esempio, se prima per accedere ad un dato incarico serviva la laurea di Giurisprudenza dopo anche una persona con la terza media potrebbe ricoprirla. Fra raccomandati e raccomandati almeno sarebbe meglio avere quelli laureati!
    A mio avviso, inoltre questo potrebbe provocare l’aumento della dispersione e dell’abbandono precoce degli studi.

    Unita a questa riforma, si parla anche della possibilità di liberalizzare le tasse universitarie, per aumentare la concorrenza fra i poli a fine del miglioramento dell’offerta formativa. Questo porterebbe, nel medio termine, ad un sistema in stile americano. Sicuramente avremmo dei poli di eccellenza, accessibili però solo a poche persone che potrebbero permetterselo (il prestito d’onore dubito che possa essere fatto in Italia, e solo l’Emilia-Romagna in Italia riesce a erogare il 100% delle borse di studio richieste).

    Il modello a cui bisognerebbe fare riferimento non è quello statunitense, ma secondo me, quello scandinavo.

  3. Forse sarò troppo idealista, ma quando uno decide che vuole frequentare l’università lo deve fare in primis per imparare qualcosa, non per ottenere privilegi. Perchè in quest’ultimo caso magari aumenta anche il numero di laureati e nelle statistiche ti avvicini agli altri paesi europei, ma l’obbiettivo non l’hai comunque raggiunto. Sulle cose che hai detto potrei anche essere d’accordo con te. Forse realisticamente ciò che prevale in questi casi è la mentalità egoista e aprofittatrice di chi raccomanda e si fa raccomandare. Io credo che quando si parla di scuola e di formazione si parla di futuro e non c’è tematica più importante. Piuttosto che non abolire il valore legale per paura dei furbi, andiamo a fermarli direttamente sti furbi. In questo caso si potrebbero riformare i concorsi, la modalità di correzione e di selezione… che ne so. Però a me non sono mai piaciute le riforme che partono già con le mani legate.. non so se mi spiego.. 😉

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