Il Nostro Partito Democratico

In seguito trovate il documento programmatico che ho elaborato per la mia candidatura come Segretario del PD dell’Unione Comunale di Mordano. Buona lettura!

 

Il nostro Partito Democratico

Idee di un Partito, Idee di una Comunità

Introduzione

Prima di tutto mi presento: il mio nome è Marco Cavina, sono nato il 19 Febbraio del 1991 e studio alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna, con l’obiettivo di specializzarmi in Diritto Tributario.

La mia passione per la politica inizia a scuola, presso l’ITIS Alberghetti di Imola, eletto per due anni di fila Rappresentante d’Istituto. Quindi nel 2008 sono stato eletto segretario dei Giovani Democratici di Bubano e Mordano. Nel 2010 sono stato nominato, nella Segreteria dell’Emilia-Romagna dei Giovani Democratici, responsabile comunicazione regionale. Nel 2011 sono entrato nel Consiglio Comunale di Mordano con le deleghe alle “forme di partecipazione giovanile” e “l’attuazione del programma energetico” del Comune.

La scelta di candidarmi a  Segretario PD dell’Unione Comunale va nella direzione di iniziare un percorso di unione e sinergia fra le tante forze che animano il nostro territorio e Partito e mettere in campo tutte le azioni utili a promuovere il coinvolgimento politico dei tanti giovani del nostro Comune.

Inoltre, il Segretario si occupa dal coordinamento e della propulsione del lavoro dei circoli, della rappresentanza del Partito in tutte le sedi democratiche e del rapporto con l’amministrazione comunale.

L’importanza di un Partito forte e radicato, anche nel nostro Comune, è chiara soprattutto in presenza della crisi più profonda del secolo. Una crisi che prima di essere economica è culturale. Il principio che si è insinuato è che ci si salva da soli, senza pensare a chi ti sta accanto.  E’ venuta meno quell’idea di comunità, di solidarietà e di cooperazione che dal dopoguerra ad oggi ha fatto diventare grande il nostro territorio. Noi tutti dobbiamo riappropriarci di questo patrimonio di valori, esperienze e sussidiarietà che, purtroppo, stiamo perdendo.

Il Partito Democratico è il Partito di Governo nel nostro Comune, ma nonostante ciò deve presentare autonomia e autorevolezza in un rapporto sinergico e di sostegno reciproco. Se il partito è forte le ripercussioni verso l’amministrazione non possono che essere positive per via di un legame più stretto fra l’organo di governo e la cittadinanza.

In questo documento cercherò di condividere con voi alcune idee che sono per me centrali per disegnare il Partito Democratico di domani e la nostra Comunità del futuro.

Lavoro

“L’Italia è una repubblica fondata sul lavoro” Art. 1, Costituzione.

Illustri giuristi hanno scritto pile di libri per spiegare il significato e l’importanza di questa norma. Io credo che sia molto semplice: il lavoro dà dignità e un senso alla propria vita, permette la realizzazione personale e garantisce il sostentamento della propria famiglia. Senza lavoro tutto il resto diviene automaticamente secondario.

Il Partito Democratico deve capire con chi stare, senza aver paura di far arrabbiare qualcuno. Bisogna decidere chi si vuole essere per sapere dove si vuole andare.

E la scelta deve essere una sola: deve essere il partito dei più deboli, dei lavoratori e dei piccoli imprenditori che non riescono ad arrivare alla fine del mese, delle partite IVA, di chi a 50 anni si è trovato senza un reddito, dei neolaureati che devono fare o i camerieri o emigrare all’estero dopo anni di studi e sacrifici.

Da qui bisogna ripartire. Il Partito Democratico, anche nel nostro Comune, deve avere la forza di stabilire le priorità ed essere un punto di ascolto per tutte quelle energie che ora non ce la fanno. Bisogna ristabilire un collegamento fra la politica, le attività produttive e i lavoratori.

Noi dobbiamo essere questo.

Giovani

Troppo spesso in questi anni si è pensato che la mancata presenza dei giovani all’interno del Partito fosse causata dal loro disinteresse a tutto e tutti. Ma quante volte siamo andati a cercarli? E quando l’abbiamo fatto li abbiamo ascoltati, gli abbiamo chiesto cosa pensavano, abbiamo tentato di capire di cosa avevano bisogno o gli abbiamo telefonato solo per chiedergli di venire a fare i camerieri alle Feste del PD?

I metodi di partecipazione e coinvolgimento sono totalmente cambiati da 20-30 anni fa, ma ciò non vuol dire che sia venuta meno la voglia di contare e di essere protagonisti. Bisogna piuttosto capire che non si può mandare un telegramma a chi usa tutti i giorni Whatsapp e aspettarsi che costui capisca il messaggio. Dobbiamo riuscire a parlare nella lingua utilizzata dai giovani se vogliamo stabilire un rapporto.

Il Partito Democratico, nei prossimi anni, deve mettere come primo punto di tutta la propria attività il tentativo di allargarsi ed aprirsi a quei ragazzi che hanno guardato in questi anni oltre e non ha capito che la risposta alle proprie domande è il Partito Democratico.

Dobbiamo contattare tutte queste forze della società non solo nel momento delle primarie sulle persone, ma invece nel momento, che ci dovrà essere e che dovremo fare, delle primarie delle idee in cui i contenuti la fanno da padrone.

Il nostro Partito deve essere un punto di collegamento, serio e concreto, fra le istanze delle nuove generazioni e l’attività di governo e di proposta politica.

In quest’ottica, i Giovani Democratici assumono un ruolo importantissimo: devono essere lo strumento attraverso cui avvicinare i giovani e coinvolgerli alla vita attiva, luogo di elaborazione politica, discussione, ma soprattutto di formazione. Una palestra che li prepari non soltanto alla vita all’interno del Partito, ma ad essere realmente cittadini, a dotarsi di una cultura politica.

Comunicazione

A dispetto di quello che dice Grillo, la politica non è semplice. La politica è fatta di complessità, tecnicismi e mediazione. E’ più facile proporre un reddito di cittadinanza di 600€ al mese a tutti che spiegare l’inattuabilità di tale manovra per via dei vincoli di bilancio e delle relative ripercussioni socio-economiche.

Il Partito Democratico, sembra strano da dirsi, ma ha una proposta e una posizione su qualsiasi tema attualmente in discussione. Il problema è che queste proposte non vengono esternate in maniera chiara e semplice.

Dobbiamo smettere di dare l’impressione di discutere solo di nomi, regole e gossip ma dobbiamo  ricominciare a mettere in primo piano proposte, temi e politica concreta facendo conoscere in maniera semplice le nostre posizioni sui temi del giorno, sia nazionali che locali.

Anche nel nostro Comune il PD deve impegnarsi a portare in discussione le tematiche della nostra città, magari anche con strumenti innovativi come i social network, giornalini web e manifesti tematici periodici.

Partecipazione

I Circoli del Partito Democratico devono essere luoghi di confronto e di discussione, posti in cui poter fare formazione e discutere di politica.

Dobbiamo ricominciare a contattare gli iscritti non solo per chiamarli a votare il nome del Leader che più preferiscono ma per chiedergli cosa ne pensano del governo della città e delle vicende politiche nazionali.

Abbiamo un grande patrimonio di persone, pensieri e intelligenze. La crisi della politica dei giorni nostri è frutto di una deriva, ahimè, leaderistica del pensiero, tale per cui si è arrivati a considerare gli elettori e gli iscritti come persone da convincere invece che da ascoltare.

In egual modo il Partito Democratico del nostro Comune ha necessità di una segreteria composta da persone di esperienza e capacità al fine di assistere il Segretario sugli indirizzi da dare al Partito e che migliori il contatto fra Segretario, Iscritti e territorio.

L’ascolto e l’informazione, in un rapporto paritetico e bilaterale, rappresentano i capisaldi di questa rivoluzione che dobbiamo portare nel nostro PD.

Conclusioni

Il Partito Democratico deve avere il coraggio di guardare al futuro e allo stesso tempo essere orgoglioso del proprio passato.

Sapere che si è nati da storie di grande riformismo e di lotte. Battaglie che hanno permesso di garantire  diritti a milioni di persone con lo Statuto dei Lavoratori, la legge sul divorzio, la riforma del diritto di famiglia, la sanità pubblica, il welfare universale. Bisogna essere fieri di essere gli eredi dei Partiti che hanno portato in piazza milioni di persone per un’Italia migliore.

Sapere chi si è, per capire dove si vuole andare. Noi vogliamo andare verso un Partito Democratico che stia con i più deboli perché se nessuno è lasciato indietro, tutti stiamo meglio. Perché il diritto dei più deboli non è un diritto debole. Ma deve essere il centro della nostra politica. Il valore che fonda l’idea di sinistra. A Mordano, a Bubano e in tutto il Paese.

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