E ai mafiosi chi ci pensa?

Qualche giorno fa è stato firmato un accordo di stretta collaborazione fra Comuni, Agenzia dell’Entrate, Agenzia del territorio e INPS. Se il Comune segnalerà un caso di possibile evasione, incrociando i vari dati, gli verrà attribuito il 100% di quanto non è stato pagato allo Stato.

Un passo fondamentale alla lotta all’evasione anche perchè il nostro paese è al primo posto in Europa per questo tipo di reato. Colpire tutti quei commercianti e industriali che vanno in giro in SUV e dichiarano 20.000 € lordi all’anno deve essere priorità del Governo. Il contributo dei Comuni, oramai stretti dal patto di stabilità e dai tagli statali, sarà sicuramente determinante per la lotta all’evasione.

A mio avviso però manca una parte fondamentale di manovre riguardanti la lotta all’evasione fiscale: la mafia.

Qualche giorno fa, Roberto Saviano ospite da Fabio Fazio su Rai 3 riprendeva ciò che disse alle “Invasioni Barbariche” di Daria Bignardi su La7 ovvero che il problema economico principale in Italia è quello mafioso e che bisogna impedire che la crescita tanto auspicata sia quella derivante dal riciclaggio.

Il Governo Berlusconi ha sicuramente contribuito a diminuire questo sforzo nel contrasto con i poteri illegali, tagliando i fondi alle forze di polizia, cercando di bloccare con varie leggi l’uso delle intercettazioni, aumentando il limite dell’uso dei contanti a 5.000 €, solo per citarne qualcuno, e commettendo numerose omissioni legislative che avrebbero favorito lo Stato in questa guerra.

Bisogna intervenire sui capitali e beni mafiosi sequestrati, diminuire l’utilizzo di contanti (si poteva arrivare al limite dei 500 € al posto che 1000), ristabilire come reato penale il falso in bilancio (depenalizzato dal Governo Berlusconi nel 2001), senza andare a citare tutte le misure contro la corruzione (nel 1993, ai tempi di “mani pulite”, la Corte dei Conti poneva a l’equivalente di 5 miliardi di euro il danno da corruzione, ora è calcolato a 60 miliardi).

Se l’aumento della tassazione, unito ad un maggiore controllo fiscale, non è corrispettivo ad una riduzione degli sprechi e quindi ad un aumento dei servizi e ad una seria lotta alla criminalità organizzata allora sarà soltanto un cane che si mangia la coda.